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Il russo Wassily Kandinsky a Rovigo

Il russo Wassily Kandinsky a Rovigo

Wassily Kandinsky nasce nel 1866 a Mosca e perciò lo potremmo definire un “russo” a tutti gli effetti sia ieri che oggi.

Mentre scrivo queste righe assisto costernato allo scempio della guerra che la Russia governata da Vladimir Putin ha deciso di combattere contro l’Ucraina.

 

Anche distinguendo tra chi governa e il popolo, i russi in questo momento non riscuotono molta simpatia. Pure ci sono migliaia di russi che manifestano con coraggio contro la guerra rischiando 15 anni di reclusione.

 

Ma che “russo” era Kandinsky?

Quando nacque Kandinsky, la Russia era governata dallo Zar e Wassily, grazie alle ricchezze di famiglia, viveva a Monaco di Baviera.

Questa grande possibilità economica della famiglia gli consentì di diventare un pittore da tutti considerato il fondatore dell’astrattismo, ovvero il massimo della libertà in pittura.

La storia ci racconta il succedersi della Rivoluzione russa e l’avvento di Stalin al potere assoluto.

Nel 1932 per celebrare il quindicesimo anniversario della Rivoluzione d’ottobre il critico d’arte Nikolai Punin (una sola lettera, ma una enorme differenza da Putin) organizza a Leningrado una mostra di oltre duemila opere, per mostrare la vivacità e le sperimentazioni delle avanguardie russe.

Oltre a Kandinsky ecco Chagall, Malevic, Tatlin, Rodcenko ecc.

 

Kandinsky stampe

 

Nello stesso anno Stalin mette in riga i pittori con tanto di decreto con cui scioglie i gruppi indipendenti e le avanguardie e detta le linee per una sola pittura: il Realismo socialista come espressione dell’ideologia comunista (alla Stalin ovviamente).

 

Non va meglio in Germania, dove Hitler nel 1937 fa organizzare una “mostra d’arte degenerata” dove ben 50 opere sono di Kandinsky che, dunque, si sposta in Francia.

Alle dittature la pittura di Wassily Kandinsky proprio non piace, così come ai dittatori non piace la libertà … degli altri.

A Rovigo possiamo vedere ben 80 opere di Kandinsky esposte a Palazzo Roverella.

Apprezzare il suo cammino dalla pittura figurativa alla libertà di forme e colori.

Un auspicio che si possa oggi avverare un altro cammino verso la pace e la libertà dei popoli che non debbano sopportare ancora nel 2022 dittature, guerre e morti innocenti.

Andrea Giuseppe Fadini

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