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Constable: il cielo nella mia anima

Constable: il cielo nella mia anima

 

Due mulini in eredità

Siamo in Gran Bretagna verso la fine del settecento. Golding Constable è un ricco mercante di cereali. Ha due mulini ad acqua e gestisce un’attività di trasporti con chiatte trainate da cavalli.

Ha tre figli, ma il primo ha dei problemi, è ritardato. Così sarà il secondo, John, nato il 11 giugno del 1776 in un villaggio del Suffolk, che gli succederà e prenderà le redini dell’azienda.

John lascia presto la scuola e inizia a lavorare nell’impresa del padre. Cresce nella verde e tranquilla campagna inglese e cresce l’amore per la natura e il paesaggio.

Un sogno finisce e uno inizia

Si ritrova immerso negli scenari bucolici del Suffolk e dell’Essex che lo portano, in seguito, a esclamare: «sono queste scene ad avermi reso pittore, e ne sono grato!». Si infrange il sogno di Golding e inizia quello di John.

Il padre è molto deluso, non può contare su John. L’azienda sarà di Abram, il figlio più piccolo. Anche se contrariato, il padre non ostacola il figlio John, anzi lo sostiene con generosità nel suo sogno.

John entra così alla Royal Academy a Londra e si esercita a lungo sui grandi maestri: Rubens, Lorrein, Poussin, Rembrandt ecc.

 

Coming home

Nel 1802 Constable torna nelle campagne della sua fanciullezza e inizia a dipingere opere di indiscusso valore.

Nel 1809 John si invaghisce perdutamente di Maria Elizabeth Bicknell, ed Elizabeth di John. I genitori di Elizabeth non sono per niente d’accordo. Questo Constable è un pittore sconosciuto, perciò di matrimonio non se ne parla affatto.

 

Tempo di nozze

Aspettano 7 anni. Nel 1816 i genitori di John muoiono lasciando una cospicua eredità. Nulla può impedire le nozze tra i due innamorati che, felici, daranno alla luce 7 figli.

Però i quadri non si vendono e John, per non dilapidare i suoi averi si guadagna da vivere con ritratti e soggetti religiosi, che però odia.

Tre anni dopo, finalmente, Constable dipinge “The white horse” il primo di una serie di quadri che lui chiama “six footers” perché sono alti 6 piedi, ovvero 1 metro e 90 circa e larghi tre. La Royal Academy lo accetta come socio e il gioco è fatto.

Il successo e la tempesta

Negli anni a seguire John lavora instancabilmente e, seppure in patria non è proprio così apprezzato, a Parigi riscuote un grande successo vincendo la medaglia d’oro al Salòn.

Nel 1827 Elizabeth si ammala di tubercolosi e John se ne prende cura trascurando il lavoro. Si trasferisce a Brigthon perché il clima è più mite e può giovare alla salute della sua amata. Ma la settima gravidanza è una fatica che risulterà fatale e Elizabeth muore il 23 novembre del 1828.

John Constable precipita nella disperazione nera. Nemmeno la nomina a membro effettivo della Royal Academy riesce a sollevarlo.

Lavora e lavora alacremente, eseguendo una serie di capolavori destinati alla celebrità.

Lo stile

Il suo stile è inconfondibile. La pennellata è netta, diretta sulla tela. Constable non disegna. Il suo studio del chiaroscuro della natura è maniacale, scientifico, soprattutto del cielo e delle nuvole ai quali dedicò centinaia di tele.

«È molto difficile indicare una categoria di paesaggio in cui il cielo non sia l’elemento chiave, la misura della bilancia e il principale organo del sentimento»

Registrava ora e luogo dei suoi grandi schizzi a olio e annotava gli effetti sugli elementi costitutivi del paesaggio poi, in studio, creava i suoi grandi quadri.

Il naturalismo di John era anche studiare e capire pienamente le leggi che governano la natura.

Si consumò in 9 anni. Lo struggimento per la mancanza di Elizabeth lo spense il 31 marzo 1837 a Londra. Volle essere sepolto nella stessa tomba della sua amata.

Forse scrutando e dipingendo il cielo sperava di scorgerla dietro un raggio di luce, che ora li ritrova insieme.

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