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David, pittore e politico con rivoluzione e ritorno.

David, pittore e politico con rivoluzione e ritorno.

 

Il nome del pittore francese Jacques-Louis David si associa quasi istantaneamente al quadro di "Napoleone valica le Alpi" e all’altrettanto celebre “Il giuramento degli Orazi”.

Nell’arco della sua vita David vive il periodo prima della rivoluzione, il periodo rivoluzionario e il periodo Napoleonico con quasi immutato successo.

Grazie alla sua fortuna (o alla sua politica) potremmo dire: passano le rivoluzioni, ma David resta.

 

Nasce piccolo borghese

Jacques Louis David nasce a Parigi il 30 agosto del 1748 da una famiglia piccolo borghese. Rimane orfano abbastanza presto, così viene affidato allo zio materno, che nota la sua predisposizione al disegno e lo raccomanda al primo pittore del re.

Ma data l’età del maestro il piccolo David viene affidato al più giovane Joseph Marie Vien che, oltre a farlo lavorare nel suo atelier, lo fa studiare all’Acadèmie royale dove apprende le tecniche accademiche tradizionali della pittura.

L’amico di famiglia Jean Sedaine, segretario dell’Accademia e autore teatrale, diventa il suo mentore e introduce David presso i maggiori personaggi della cultura dell’epoca.

Partecipa, come tradizione, al Prix de Rome. Chi arriva primo vince una borsa di studio triennale e un viaggio in Italia per studiare il meglio dell’arte.

L'eterno secondo

David arriva secondo. Anche nei due anni successivi non riesce a vincere e Jacques Louis si sente vittima di un’ingiustizia e accumula rancore verso i rappresentanti dell’istituzione accademica.

Finalmente nel 1774 riesce a vincere e l’anno dopo parte per l’Italia.

David si confronta con i dipinti di Michelangelo, Raffaello e i maestri italiani e, rendendosi conto delle sue carenze e dei suoi limiti, perde la sicurezza nei suoi mezzi fino alla depressione. Il suo maestro Vien gli procura il primo incarico reale che, però, non sarà mai realizzato.

Nel 1788 David dipinge il quadro “I littori riportano a Bruto i corpi dei suoi figli”, che il Salòn rifiuta di esporre per non eccitare gli animi già prossimi alla rivoluzione. I giornali colsero al balzo questa “censura” come occasione di critica all’Accademia.

Il quadro diventò “moda”. I giovani si pettinavano come “Bruto” e perfino i mobilieri copiano lo stile “romano” dipinto da David.

David, il parlamentare rivoluzionario

Alcuni aristocratici “progressisti” e alcuni amici spingono David a iscriversi al “Club dei Giacobini” e lanciano una sottoscrizione per far realizzare a David il quadro del “Giuramento della Pallacorda”. La sottoscrizione del mastodontico quadro non ha successo e David realizza solo il disegno preparatorio.

Nel 1790 David si impegna politicamente e si mette alla testa degli “Accademici dissidenti” e ottiene il controllo del Salòn e ne diventa “commissario aggiunto”. Inaugura così il “Salòn de la liberté”. In più, togliendosi qualche "sassolone" dalla scarpa presenta la proposta di soppressione di tutte le Accademie, compresa la sede di Roma.

A questo punto David trascura l’attività di pittore per occuparsi di politica. Diventa responsabile della propaganda rivoluzionaria e di feste rivoluzionarie, si occupa di abbellire Parigi e di rifondare il Louvre. Dipinge quadri celebrativi per gli eroi della rivoluzione, compreso quello di Marat quando viene assassinato.

Non si fa scrupolo di mandare al patibolo vecchi amici e committenti e di salvare chi ritiene amico. Alla caduta di Robespierre, con la fine del periodo del “terrore”, David viene arrestato e interrogato, ma il pittore rinnega ogni coinvolgimento del recente passato. Subisce qualche tempo di prigionia, ma nel 1795 un’amnistia lo rende di nuovo un uomo libero.

Arriva Napoleone Bonaparte

Chi si ricorda di Paul Cayard? Paul Cayard fu il timoniere del “Moro di Venezia” nella Coppa America del 1992. Celebri le sue “strambate”, ovvero la capacità di girare la nave su se stessa compiendo un giro di 135 gradi (gli esperti di nautica mi perdoneranno una descrizione così sommaria). 

David? Nulla da invidiare a Paul Cayard. Scrive a Napoleone affermando che è “il suo eroe” e gli propone un ritratto. Diventa il pittore di “corte” di Napoleone.

Napoleone gli corregge particolari e ambientazioni e David esegue. Viene insignito dell’onorificenza della Legion d’onore.

Verso la fine della parabola Napoleonica i rapporti si raffreddano, perché l’amministrazione ritiene esorbitante il compenso per David e ne blocca il pagamento.

Napoleone a Sant'Elena e David in Svizzera

Napoleone è in esilio e David si rifugia in Svizzera. Nel 1820 la sua salute peggiora e nel 1825 una paresi lo colpisce proprio alle mani e, infine, muore il 29 dicembre dello stesso anno.

Tanto mutevole e opportunista nelle sue azioni, tanto costante e “fissa” la bussola della sua pittura. Le sue notevoli qualità tecniche, in piena coerenza con la maniera classica, gli hanno sempre consentito di celebrare il potente di turno.

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