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Lorenzo Lotto e l’annunciazione di Recanati

Lorenzo Lotto e l’annunciazione di Recanati

Lorenzo Lotto non era un tipo facile. Aveva il suo bel caratterino. Se al committente non andavano a genio le idee del grande pittore veneziano, Lorenzo non ci pensava due volte: cambiava committente.

Nascere a Venezia al tempo di Tiziano non fu una bella idea. La bottega del Vecellio faceva da padrone e anche per questo l’ombroso Lotto visse girovago.

Andare in giro per l’Italia aveva i suoi vantaggi, perché così Lorenzo Lotto vide tutta l’arte che c’era da vedere, da Raffaello a Leonardo e altre realtà diverse e stimolanti.

Così nel 1534, per la confraternita dei mercanti a Recanati, dipinse uno dei suoi capolavori: L’annunciazione, che poi si chiamò, con titanico sforzo di fantasia: L’annunciazione di Recanati.

Lorenzo Lotto Annunciazione di Recanati

Potete cercare quanto volete, ma tra centinaia di annunciazioni dipinte in un secolo non ne troverete mai una simile.

L’ambientazione ha una precisione fiamminga. Lorenzo Lotto descrive con minuzia tutti gli oggetti di uso quotidiano di una giovane ragazza del suo tempo: il leggio, la candela, un calamaio, la clessidra e persino la cuffia da notte.

L’angelo brandisce un giglio e dell’aura rarefatta, che di solito circonda questi esseri celesti, c’è poco. È un bell’angelo aitante e ben messo con tanto di ombra per terra.

Il braccio destro è impegnato in un gesto che indica Dio Padre che, anche lui tutt’altro che spirituale, sembra si stia tuffando a capofitto nel mondo reale, come un giovane in piscina.

La Madonna è più che sorpresa, spaventata, quasi come il gatto che a schiena inarcata reagisce da felino qual è. Il gesto di Maria è sorprendentemente rivolto proprio verso di noi che guardiamo, come a volerci coinvolgere in questo avvenimento sorprendente.

Cerca empaticamente il nostro sostegno ed è con noi che dialoga e non con l’angelo e tantomeno si mette in pose da “Il manuale delle annunciazioni”.

Per Lorenzo Lotto l’annuncio è immaginato esattamente come potremmo pensarlo noi: qualcosa di incredibile, inaspettato, ma concreto e reale.

Come il genio di Lorenzo Lotto.

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