Paul Klee. La casa girevole
La casa girevole di Paul Klee
Gli artisti “moderni” sono sempre stati affascinati dai bambini.
Per moderni intendiamo quelli dei primi del novecento come Picasso, che disse che a dodici anni dipingeva come Raffaello (ognuno si illude come può) e che impiegò poi una vita a dipingere come un bambino.
In realtà, queste considerazioni sono un mito. I bambini funzionano diversamente.
Prendiamo un bambino di 4 o 5 anni e facciamogli guardare un quadro, per esempio la casa girevole di Paul Klee.
Lo guarderà con attenzione e rimarrà estasiato dai colori, dalle forme e dalle possibilità che questo quadro gli offre.
Bastano pochi anni, due o tre, e lo stesso bambino rifiuterà decisamente un quadro simile: “No! Le case non si disegnano così, è tutto fuori posto, è un pasticcio”.
Non sarà molto diverso dal giudizio di moltissime persone adulte, che hanno questa idea dell’arte astratta.
Cosa è cambiato in così poco tempo e che ci può aiutare a capire un’opera di Klee?
I bambini imparano i principi di “non contraddizione”.
Per un bambino più piccolo, per esempio, un pennarello non è solo un pennarello; può metterselo in bocca e diventa biberon oppure, ben impugnato, un’arma da offesa e se gli macchia le mani…meraviglia!! “Le mie mani cambiano colore… ma sono sempre le mie?”
È un tratto tipico della follia, in cui inevitabilmente si trovano i bambini.
Più tardi, si impara che il pennarello è un pennarello e niente altro. A forza di “no” e “no”, diffusi a piena voce dalle mamme, si acquista mano a mano la ragione e si impara ad attribuire il significato univoco delle cose.
Senza bisogno di ritornare alla follia possiamo, però, seguendo una possibilità che Paul Klee ci offre, stupire e godere della bellezza dei significati multipli.
Proviamo con la casa girevole.
Possiamo visitare la casa da tutti i lati senza muoverci, perché Paul ci ha detto che è girevole… è lei che si muove.
Al centro c’è la casa, col suo tetto spiovente: è così che sono le case nella nostra mente.
I colori sono caldi perché a casa mia si sta al caldo.
La mia è anche una casa luminosa e dalle finestre entra una bella luce bianca. Ho diversi tipi di finestra, anche un bel finestrone con la cima rotonda.
Per arrivarci si passa da un vialetto e c’è anche una scala a gradini.
Ogni casa che si rispetti ha il suo alberello vicino.
Intorno il colore si scurisce, e non si vede bene, anche perché non m’interessa. Quello che importa è la mia casa, che è anche girevole.
Paul Klee non voleva dipingere come i bambini, era molto lento e meticoloso, preciso quasi all’eccesso, ma dipingeva dando ai segni la possibilità di essere una cosa, ma anche altro. Avere un significato, ma anche quello che dobbiamo andare a scoprire dentro noi, usando gli occhi del sentimento oltre a quelli della razionalità.
Andrea Giuseppe Fadini
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