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Chagall, una pittura da sogno

Chagall, una pittura da sogno

La vita di Marc Chagall fu davvero piena di avventure e disavventure. Lui stesso amava dichiarare che era “nato morto” perché proprio il giorno della sua nascita (7 luglio 1887) il suo villaggio nativo fu distrutto dai cosacchi.

 

Moishe Segal, infatti, era ebreo e, tanto per cambiare, oggetto di persecuzioni e discriminazione anche in Russia dove il suo nome era Mark Zacharovič Šagal.

 

Malgrado la povertà e la situazione sociale Marc ricordò sempre con felicità la sua infanzia. Rammento che per la religione ebrea dipingere è espressamente vietato dalla Torah, ma “galeotto” fu un suo compagno di scuola che un giorno gli mostrò un disegno: fu un colpo di fulmine.

 

Chagall non ebbe alcun dubbio: sarebbe diventato pittore. Vincendo le ovvie opposizioni in famiglia, Marc riuscì a studiare all’Accademia Russa di Belle Arti di San Pietroburgo. Gli fu assegnata una borsa di studio che, insieme al suo lavoro di “pittore di insegne”, gli consentì di vivere fino a che, conoscendo pittori e movimenti culturali dell’epoca, entrò nel giro e divenne abbastanza noto e apprezzato.

 

Così, il giovane Chagall si trasferì a Parigi e scrisse: “Come una pianta ha bisogno di acqua, così la mia arte aveva bisogno di Parigi”. Nel posto giusto al momento giusto divenne amico/nemico di Picasso e di tutti gli intellettuali che contavano in quel periodo.

 

La sua pittura, però, non segui nessuna delle mode e dei movimenti in voga: impressionismo, cubismo, divisionismo ecc., ma si formò in modo assolutamente personale e unico. Chagall metteva su tela il sogno, le sue visioni fantastiche di mondi fantastici, dove gli innamorati volano sulle città e i personaggi del circo guizzano felici insieme agli animali in ogni angolo del quadro.

 

Con la sua pittura Chagall ci costringe a sognare e a essere felici con lui, ci porta in un mondo dove non ci sono orrori e avversità, ma dove volare è semplicemente naturale… come un tocco di pennello.

 

Andrea Giuseppe Fadini

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