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Dall’uomo al mondo: il vedutismo

Dall’uomo al mondo: il vedutismo

Per secoli e fino al 1600 la pittura mise al centro la figura umana. Ritratti, temi religiosi, mitologici comprendevano certo anche il paesaggio, ma solo come sfondo, come teatro utile a far risaltare i soggetti umani protagonisti della scena.

 

Il primo che disegna un paesaggio senza esseri umani, tanto per far piovere sul bagnato, è il solito Leonardo da Vinci in un suo disegno. Anche Durer crea paesaggi senza uomini, ma in entrambe i casi non sono quadri, ma studi, forse preparatori a quadri dove poi in primo piano ci sarà una figura umana.

 

Tocca agli olandesi a inaugurare questo genere aiutati dal fatto di non dover (o poter per vincoli religiosi) soggetti sacri. E con Gaspar Van Wittel possiamo ammirare veri e propri paesaggi e vedute elevati a soggetto esclusivo del quadro.

 

C’è ancora un passo da fare: dare dignità e significato a questo genere di quadri.

 

Ci pensa Giovanni Antonio Canal, che tutti conosciamo come Canaletto che “nomen omen” è di Venezia. Il Canaletto adopera tutte le possibilità tecniche dell’epoca per riprendere la realtà esattamente così com’è.

Nessun discorso poetico, nessun racconto in simboli e nessuna rievocazione religiosa: semplicemente quello che Canaletto vede i suoi quadri riportano: l’intento è la realtà “oggettiva”.

 

Certo la maestria nel pennello e l’attenzione ai dettagli di Canaletto lo rendono un fuoriclasse nel suo genere. Con tutte le differenze che la circostanza impone lo potremmo definire il primo “fotografo” della storia.

 

Questo tipo di pittura incontra subito il favore dei committenti e Canaletto diventa ricco e famoso. Chi non può viaggiare commissiona una “veduta” e chi invece viaggia si porta a casa la rappresentazione del luogo che ha visitato come qualche tempo fa facevamo noi con le cartoline.

 

Oggi ci accontentiamo di riempirci di “selfie” o di immagini acchiappate col telefonino che spesso sarebbe meglio… non vedere.

 

Andrea Giuseppe Fadini

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