Monet a Bordighera con e senza Renoir
Nel 1883 Claude Monet va ad abitare a Giverny, luogo dove darà vita al famoso giardino ricolmo di fiori e piante, comprese le tanto celebri ninfee.
Per Monet è un periodo “irrequieto” perché è alla ricerca di nuovi stimoli, nuovi soggetti e desidera chiudere il periodo delle mostre impressioniste al Salon, dove le sue opere restano totalmente legate al circuito della critica e del collezionismo.
Per trovare “aria nuova” Monet pensa di fare un viaggio, col suo amico di sempre August Renoir in Italia, sulle coste della Liguria.
Monet resta folgorato dalla luce e dalla bellezza dei luoghi, ma i due amici si rendono conto il loro stile e l’interesse per determinati soggetti sono diversi.
Così rientrano in Francia, ma un mese dopo Monet torna in Liguria per dipingere.
La luminosità e i colori italiani mettono Monet alla prova e lui stesso scrive: “…non riesco ancora a cogliere il tono di questo paese; a volte sono spaventato dai colori che devo adoperare…”.
Claude non si perde d’animo e inizia a lavorare senza tregua, com’è sua abitudine, e affronta addirittura sei tele per volta. È rapito dai colori, dal sole, dalle tinte del mare così diversi da quelli a cui era abituato.
A poco a poco riesce a trovare soluzioni pittoriche che lo soddisfano e dice “Adesso sento bene il paese, oso mettere i toni terra e rosa e blu”.
Monet usa colori che non aveva mai adoperato: il blu tendente al viola per il cielo e l’atmosfera, il rosa o l’albicocca per i fiori, il verde-smeraldo per l’acqua del mare, nello spasmodico intento di riuscire a rendere la bellezza di quanto vedevano i suoi occhi.
Addirittura, decide di usare tubetti di colore italiani: “Ora dipingo con colori italiani che ho dovuto far venire da Torino”.
Bordighera porterà fortuna a Claude Monet, perché al suo ritorno inizierà ad avere quel meritato successo e riconoscimento così a lungo cercato.
“Tutto è colore cangiante e fiammeggiante, è ammirevole e ogni giorno la campagna è più bella, e io sono incantato dal paese.”
Per Claude Monet è difficile trovare le parole per esprimere la bellezza e la magia che trova a Bordighera e nei paesi liguri.
Noi italiani, invece, che questa bellezza l’abbiamo in casa, sembriamo dei “cechi volontari”, intensamente impegnati a non vedere e spesso a distruggere tanto splendore.
Andrea Giuseppe Fadini
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