
Pissarro: come dipinge un grande uomo
Leggendo biografie e articoli su Camille Pissarro troviamo spesso la definizione che lo etichetta come “Padre dell’Impressionismo”.
Il critico d’arte dell’epoca Armand Silvestre lo definì addirittura “L’inventore della pittura impressionista” facendo torto a Claude Monet e dimostrando una opinabile conoscenza della pittura.
Pissarro non era impressionista.
Vero è che, grazie al suo carattere e alla sua personalità fu un punto di riferimento per tutti gli artisti di quell’epoca. Era il più anziano del gruppo, ma era anche equilibrato, cordiale e generoso.
Renoir lo considerava un “rivoluzionario”, per Cézanne era “qualcosa di simile al buon Dio” e per tutti era “Père Pissarro” (Padre Pissarro). Amico di tutti frequentò anche lui il Caffè Guerbois trasmettendo al gruppo il suo entusiasmo e regalando una parola di incoraggiamento a tutti. Fu lui a scoprire e apprezzare il genio di Van Gogh.
Pissarro non pratico un solo “stile”. Iniziò rifacendosi a Gustave Courbet e Jean Millet e Camille Corot rifiutando quello che giudicava “la mera disciplina accademica”.
Conobbe la pittura di Constable e Turner e anche lui fu affascinato dalla pittura giapponese tanto da scrivere: «È meraviglioso. Ecco cosa intravedo nell'arte di questo sorprendente popolo ... niente che salta immediatamente all'occhio, una calma, una grandezza, un'unità straordinaria, una radiosità tenue e sommessa»
Contrariamente alle teorie impressioniste scrisse: “Solo disegnando spesso, disegnando tutto, disegnando incessantemente, che un bel giorno scopri per tua grande sorpresa che hai realizzato qualcosa nel suo vero carattere”.
Sperimentò il divisionismo che abbandonò perché non gli consentiva di esprimere le proprie sensazioni e perché richiedeva tempi di realizzazione lunghissimi.
Tornò al “suo” stile con rinnovato vigore malgrado fu colpito da un drastico abbassamento della vista e molti lo ricordano con ammirazione e affetto “vedere da mattina a sera, un vegliardo dalla lunga barba bianca, davanti alla finestra” che con serenità e impegno… dipingeva.
Andrea Giuseppe Fadini
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