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Stampa di Caspar David Friedrich - Monaco in riva al mare - 1808

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rassicurazioni

Caspar David Friedrich - Monaco in riva al mare

Anno: 1808 - olio su tela cm 172x110

Conservato presso: Alte Nationalgalerie, Berlino, Germania.

 

L’infinita sublime tristezza del piccolo Friedrich

Caspar David sono i nomi del pittore che di cognome faceva Friedrich e nacque nel 1774.

Il suo caso biografico potrebbe essere preso ad esempio di come tragedie e tristezze familiari vissute da bambino condizionano il carattere e le emozioni quando si diventa grandi.

 

Drammi in serie

Sesto di dieci figli, di un fabbricante di sapone e candele inizia perdendo la madre a 6 anni. Successivamente moriranno due sorelle, la prima pochi mesi dopo la madre e l’altra nel 1791.

La vicenda drammatica che si riferisce è però quella legata a quando l’adolescente Caspar, pattinando sul ghiaccio, capitò in un punto dove il ghiaccio si ruppe precipitandolo nell’acqua gelida.

Il fratello Johan si tuffò per aiutarlo e in effetti gli salvò la vita, ma il suo gesto generoso non fu ricompensato, perché morì lui stesso sprofondando nell’acqua fredda.

Un esordio simile segnerà Friedrich per tutta la vita e non ci sarà scampo per lui nemmeno negli ultimi anni, segnati da tristezza, depressione e alla fine demenza.

 

L'arte di Friedrich

Malgrado tutto questo il pittore riuscì a esprimersi attraverso le sue opere, fu apprezzato e rappresentò perfettamente gli ideali romantici, il sublime e quei sentimenti di solitudine e sconforto che sono comuni a molti.

Esploriamo, ora, questo suo quadro specifico: il Monaco in riva al mare.

Il quadro è grande e misura cm 110x171. Fu dipinto nel 1808. Anche se la natura e il paesaggio sono fondamentali per Friedrich e il suo insegnante Johann Gottfried Quistorp portava i suoi allievi all’aperto, Friedrich realizzava i suoi dipinti al chiuso del suo studio. La composizione ebbe molti estimatori, tra cui il Re di Prussia che lo comprò. Arthur Schopenhauer lo interpretò come la traduzione pittorica del sentimento dell’infinito.

Dal punto di vista pittorico due i rilievi importanti. Il primo è uno stratagemma tecnico: la mancanza o, meglio, la volontaria eliminazione di quello che i francesi chiamano “repoissour”, ovvero soggetti in primo piano o figure che possano guidare lo sguardo dell’osservatore.

Qui Caspar David crea una superficie uniforme, dove lo sguardo non ha una direzione precisa… si perde, vaga, non sa come organizzarsi ed è proprio quello che il pittore voleva, per portare lo spettatore nello stato di smarrimento che desiderava trasmettere.

Un paesaggio di questo genere, come secondo punto, prelude all’arte astratta. Il monaco, infatti, lo individuiamo perché ce lo racconta il titolo altrimenti potrebbe essere una macchietta di colore, uno scoglio, o altro.

L’orizzonte basso e l’ampia superficie confusa tra cielo e mare sembrano pretesti per permettere al solo colore di esprimere sé stesso.

Una grandiosa “pittura del nulla” dove, grazie all’abilità di Friedrich, siamo costretti a immedesimarci nel piccolo monaco perso davanti all’immensità della natura e al suo perenne mistero che a volte ci ammutolisce, trasmettendoci quel senso di infinito di fronte a cui non possiamo che sentirci smarriti.

 

Un'altra vita

Smarrimento che avrà sommerso l’animo di Caspar David Friedrich, che la vita colpì così duramente da piccolo, ottenendo in cambio solo uno smisurato talento pittorico, a cui forse avrebbe volentieri rinunciato per un po’ di tristezza in meno.

Chi lo desidera può vedere il filmato sul canale @pitteikon su YouTube.

Andrea Giuseppe Fadini

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