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Pierre Bonnard il profeta

Pierre Bonnard il profeta

 

 

Pierre bonnard nasce il 3 ottobre del 1867, a Fontenay-aux-Roses, nei dintorni di Parigi. Figlio di un alto funzionario del ministero della guerra, trascorse un’infanzia tranquilla nella grande casa paterna.

Come inamovibile tradizione, il padre lo avviò alla carriera legale e Pierre si fece, con profitto, tutti gli studi di giurisprudenza ed entrò come tirocinante in uno studio legale.

Partecipò al concorso per entrare nella pubblica amministrazione, ma venne respinto malgrado il padre e le sue capacità.

Abbandonò la carriera legale e si dedicò all’arte.

Si iscrisse all’Accademia delle Belle Arti e aprì il suo atelier con gli amici Vuillard e Maurice Denis.

Nel 1888 il gruppo e altri giovani pittori si riunirono al seguito di Paul Serusier, che fu allievo di Paul Gauguin.

Seguendo le indicazioni del maestro, Paul realizzò un piccolo paesaggio (quasi del tutto astratto) sul coperchio di una scatola di sigari. Quel piccolo dipinto diventò il “modello”, il talismano e il simbolo di tutto il gruppo che scelse il nome di “Nabis”.

Nabis è parola ebraica che significa “profeti”.

I “Nabis” traggono ispirazione dalle scienze occulte e dalla magia, così Bonnard abbandona il realismo e il naturalismo impressionista per avvicinarsi a una pittura simbolista.

Il suo modello stilistico è quello del periodo bretone di Gauguin e le stampe giapponesi. Mette in risalto gli elementi suggestivi e carichi di significati simbolici. Una pittura più meditata dell’impressionismo con un uso più incisivo del colore.

Una volta terminato il servizio militare, riprende la sua attività a Montmartre. Oltre alla pittura si dedica all’arte applicata: cartelloni pubblicitari, illustrazioni, scenografie teatrali ecc.

Dai suoi lavori pubblicitari Toulouse Lautrec trovò motivi di ispirazione… e di copia.

Il linguaggio pittorico di Bonnard è molto diverso dalle avanguardie di Matisse e Kandinskij; lui stesso dichiara: "Voglio sviluppare la loro ricerca e superarli nelle loro impressioni naturalistiche del colore".

Il colore, dunque, si svincola dalla realtà e si pone laddove il pittore lo ritiene significativo. In molte opere di Bonnard possiamo chiaramente vedere la trasformazione del dato reale in pura decorazione. Una simbiosi tra narrazione figurativa e ritmo vitale del quadro.

La frase di Gauguin “voglio un’arte semplice, molto semplice” è la base da cui partire per comprendere le origini del movimento. 

Bonnard lo prese in parola perché a lui riusciva tutto semplice… molto semplice.

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