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Pittura, fotografia, Photoshop e la domanda senza risposta.

Pittura, fotografia, Photoshop e la domanda senza risposta.

 

Fin dai primi decenni del 1800, quando Niepce “inventò” la fotografia, si iniziò a dibattere e disquisire se la fotografia si poteva considerare “Arte” come la pittura o no.

A ben vedere i pittori dell’epoca non si fecero molte domande, ma usarono le fotografie per semplificare il loro lavoro di pittori. Degas, Gauguin, Caillebotte e tutti i pittori successivi potevano risparmiare:

  • Ore di posa nel caso di ritratti
  • Ore di disegni e schizzi per impadronirsi manualmente della forma prima di affrontare il quadro definitivo
  • Un’osservazione attenta e particolare del soggetto (quale che sia il soggetto), perché una foto riprende anche quello che l’occhio non riesce a vedere.

Fino a circa 30 anni fa le differenze tra le due attività erano ben definite:

  • La fotografia riprende il reale, lo deforma, lo traduce in immagine, ma la realtà è l’origine della ripresa fotografica
  • La pittura realizza immagini che possono essere verosimili, ma anche no.

Non si può fotografare un sogno e non si può allegare un dipinto in una pratica per un rimborso assicurativo.

Alla fotografia compete un rapporto con la realtà riconosciuto da tutti (anche dai tribunali), mentre alla pittura è affidato il compito di illustrare, comunicare emozioni attraverso linee e colori.

L’uomo tende, da sempre, a complicarsi la vita e per decenni le più vivide intelligenze filosofiche, critiche e storiche hanno dibattuto e riempito librerie ponendosi il quesito: “la fotografia è arte”?

Domanda bizzarra visto che nessuno in 2020 anni ha saputo definire con universale consenso che cos’è “Arte”.

Avrebbero potuto impegnarsi a definire prima cos’è “Arte” e poi sarebbe stato facile verificare se la fotografia è coerente o no con la definizione così faticosamente scoperta.

Anche le persone normalissime sono un po’ confuse; infatti, sappiamo bene che si usa dire: “Wow! che bella foto… sembra un dipinto” e contemporaneamente “Wow! che bel dipinto sembra una foto!”.

Siccome piove sul bagnato, nel 1975 il ricercatore della Kodak Steven Sasson inventa il sistema fotografico digitale (cioè senza pellicola, ma l’immagine è un bel mosaico di quadratini chiamati pixel) e, cosa ancora più grave, nel 1988 il signor John Knoll si presenta con un software di sua invenzione che si chiamerà Photoshop.

Nella lite senza fine tra pittori e fotografi artisti si inserisce astio e disprezzo anche tra fotografi che usano la pellicola e quelli che usano il sistema digitale.

Chi usa la pellicola si ritiene un fotografo autentico e accusa gli altri di nullità tecnica, chi usa il digitale guarda a chi usa la pellicola come a una specie animale in via di estinzione.

Un dato di fatto è però che, con l’avvento del sistema digitale e del software di modifica Photoshop, il rapporto tra fotografia e realtà è compromesso.

Un marito fotografato con l’amante può soavemente dire: Non sono io… è una foto “photoshoppata” (cioè ritoccata con il famoso programma di cui sopra).

Con Photoshop potete rivoluzionare, cancellare, sostituire qualsiasi pixel della foto con qualsiasi cosa vi venga in mente.

Per definire se la foto risponde al reale occorrono fior di periti e attrezzature e, tuttavia, non sempre si può mettere la mano sul fuoco: potreste ritrovarvi monchi.

Un vantaggio in tutta questa storia c’è.

Con il sistema digitale si possono benissimo fotografare i sogni, nel senso che partendo da una foto con soggetto reale potete togliere, aggiungere, disegnare, colorare… insomma: dipingere.

Dunque, la pittura e la fotografia si sono unite indissolubilmente perché è possibile ottenere qualsiasi immagine sia con la pittura (pennelli, tela ecc.. ) sia con un buon PC e una macchina fotografica digitale.

Resta solo ancora una domanda senza risposta: cos’è l’Arte?

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