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Joseph De Camp e i “Ten American Painters”

Joseph De Camp e i “Ten American Painters”

 

Il movimento pittorico più amato in assoluto è quello degli impressionisti. Ha contribuito al loro successo sia lo stile pittorico fresco, immediato e vivace, che il mito intorno alle loro vite. Monet, Manet, Picasso, Renoir, Modigliani, Pissarro ecc., e i loro mercanti d’arte, tutti riuniti a Parigi a Montmartre o a Montparnasse hanno rivoluzionato la pittura, il mercato dell’arte e il modo stesso di essere “artista”.

In America cosa c'è?

E in “America”? Chi c’era e cosa accadeva nel settore dell’arte in questa nazione nata il 4 luglio del 1776?

Prendiamo in esame la società “americana” che fondò gli “Stati Uniti d’america”, ovvero un misto di nazionalità europee che si ribellò alle nazioni di provenienza e occupò in breve tutte le terre che c’erano da occupare a scapito dei nativi e degli altri popoli del posto.

Joseph Rodefer De Camp nasce a Cincinnati, in Ohio, nel 1858 e studia arti plastiche con il pittore Frank Duvenek fino al 1875. Assieme al professore e ad alcuni compagni distudio parte per l’Europa per l’accademia Reale di Monaco di Baviera.

Si stabilisce poi in Italia, in particolare a Firenze per ben 8 anni. Rientrato in America si stabilisce a Boston (Massachusetts) dove divenne membro della Boston School.

Nel 1891 a 33 anni si sposa con Edith Franklin Baker di 10 anni più giovane e ha 4 figli, che compaiono in molti suoi dipinti. Nel 1895 gli offrono il posto di docente alla "Pennsylvania Academy of the Fine Arts" di Filadelfia, ma dopo solo un anno lascia il posto per motivi di salute.

I magnifici dieci

Nel 1897 fonda insieme a 9 colleghi la “Ten american painters”. Questa associazione si auto definì “impressionista” e radunava i pittori che aderivano a questo stile.

In realtà il motivo principale era che i pittori dell’associazione si autogestivano, organizzavano le loro mostre e vendite in autonomia uscendo dai circuiti ufficiali che giudicavano “un circo equestre”.

Per vent’anni i “Ten american painters” svolgono la loro attività a Boston e New York, volendo rappresentare la “pittura moderna”.

Nulla a cui "opporsi"

Però, non avendo alcuna accademia a cui ribellarsi, è proprio la loro pittura a rappresentare “la tradizione”.

Lo stile si rifà ai toni impressionisti, ma manca il realismo così caro agli impressionisti europei. Si dedicano ai ritratti, a quadri di genere borghese o aristocratico, la loro arte guarda proprio al passato.

Consapevoli, o no, è la rappresentazione promozionale degli Stati Uniti d’America: nessun accenno ai problemi sociali, alla vita e ai problemi nelle città, ma puro esercizio estetico.

Pensiamo invece che nel 1913 l’arte moderna, da Duchamp ai cubisti, i fauves, i futuristi si ritrovarono all’Armory Show di New York, una mostra spettacolo con più di 1300 dipinti da tutta Europa, oltre che da pittori avanguardisti americani.

Nel 1904, purtroppo, lo studio di De Camp va a fuoco bruciando più di cento dipinti.

Durante un soggiorno in Florida, l’11 febbraio 1923, Joseph De Camp muore a soli 65 anni.

La sua attività didattica formò molti pittori quasi a voler creare un’Accademia e una storia “Storia dell'arte Americana” laddove, per ovvi motivi, non esisteva nulla.

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