
Fotografia, computer, arte e uomini
In poco meno di due secoli la tecnica ha rivoluzionato l’esistenza degli esseri umani.
Trasporti, possibilità tecniche e scientifiche e le comunicazioni permettono azioni che nessuno poteva nemmeno immaginare.
A chi, nel 1970, quando i computer erano degli armadi a 10 ante e funzionavano a schede perforate, poteva venire in mente un mondo con il web, Google e Facebook? Solo 50 anni fa il computer più potente era meno capace di uno smartphone di oggi.
E noi, esagerazioni a parte, siamo ben felici di goderci il benessere e i vantaggi che la tecnologia ci mette a disposizione: dagli strumenti medici sempre più sofisticati, alle videochiamate ormai in tempo reale con persone in tutti gli angoli della terra, agli innumerevoli progressi in tutti i campi e settori delle attività umane (agricoltura, edilizia, industria, artigianato ecc.).
Il progresso va bene ed è gradito in ogni campo, ma nell’arte no.
Per alcuni l’arte dev’essere fatta come secoli fa.
Come la mettiamo con Canaletto che usava la camera ottica? E Caravaggio con i suoi specchi? È criticabile forse Canova che faceva realizzare le sue statue da capaci artigiani?
Van Gogh, Degas, Toulouse Lautrec e centinaia di artisti, come documentano gli studiosi Aaron Scharf o Van Deren Coke, copiavano da stampe e foto.
Vogliamo accusarli di “plagio trasversale”?
Una speciale dispensa è a favore degli architetti, a cui nessuno rimprovera l’uso del PC per la progettazione e tantomeno si pretende da loro la costruzione di un edificio senza avvalersi di altri professionisti e artigiani.
Anche per la fotografia abbiamo assistito a una polemica tra “puristi”, che non consideravano degni della qualifica di fotografo chi utilizzava macchine fotografiche digitali.
E che dire, infine, degli iper-realisti, che una fetta di pubblico ammira incondizionatamente?
In genere si fanno fotografare o riprendere col pennellino in mano mentre ritoccano una gocciolina d’acqua.
Nascondono però, computer, ingranditori, plotter, foto-tracce ecc., per non rovinare la magia illusoria del “fatto solo a mano”.
Il progresso corre veloce più delle menti umane che, in alcuni casi, invece di ammirare una bella e suggestiva “Luna” si fermano … alle dita con pennellino.
Andrea Giuseppe Fadini
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