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Nevinson, pittore di guerra, ma come dico io.

Nevinson, pittore di guerra, ma come dico io.

Christopher R.W. Nevinson, nato il 13 agosto 1889 a Londra, aveva la Guerra che circolava per casa. Il padre era un corrispondente di guerra e la madre combatteva per il diritto di voto alle donne.

 

L’insegnante di disegno gli spiegò chiaramente perché doveva abbandonare qualsiasi velleità artistica. Così nel 1911 Nevinson si trasferì a Parigi.

 

Condivise lo studio con Amedeo Modigliani, conobbe Filippo Marinetti, assorbendo il futurismo, e Picasso, imparando il cubismo.

La guerra si ripresenta puntuale e mondiale nel 1914. Nevinson è pacifista convinto e obiettore di coscienza e così viene arruolato come autista di ambulanza.

nevinson

 

Per uno dei paradossi della vita i suoi quadri piacciono alle Forza Armate e diventa “pittore di guerra”. Uno per tutti: “La mitragliatrice”. Ma chi si trova in guerra non vive come chi la guerra la dichiara da sontuosi e ricchi palazzi e, ovviamente, in guerra non ci va.

 

Nevinson racconta la sofferenza, dei bambini morti, dei feriti abbandonati a marcire, di gloriosi soldati a far da concime e scatta la censura.

Esattamente come oggi dove, pur essendo noi circondati da guerre, le immagini si limitano a spettacolari fuochi d’artificio notturni, tipo festa di paese.

 

Il pacifista C.R.W. Nevinson diventa famoso perché dipinge la guerra.

Nel 1939 ecco un’altra guerra mondiale e il governo del Regno Unito richiama Nevinson come pittore di guerra.

Tutti i suoi quadri di guerra di terra vengono rifiutati; sono graditi i quadri di battaglie aeree, dove l’uomo… non si vede.

 

Alla fine della guerra un ictus colpisce Nevinson che nel 1946 muore come fosse un soldato dei tanti che dipinse, vittime di una delle attività più insensate dell’uomo: produrre morte e sofferenza.

Andrea Giuseppe Fadini
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